L’ALBERO DEI BAMBINI

INTRODUZIONE

Come tutti gli anni, con l’avvicinarsi del Natale, a scuola ci piace addobbare un grande albero con decorazioni preparate da noi bambini: è un momento magico, di vera festa!

Quest’anno, dopo aver ascoltato la lettura del libro di Angela Nanetti che si intitola “Mio nonno era un ciliegio”, ci è venuta un’idea un po’ diversa.

Ma iniziamo col raccontarvi brevemente la storia.

Ottaviano è il nonno di Tonino: abita in campagna ed è considerato da tutti un po’ matto perché si arrampica sugli alberi, ha come animali da compagnia Alfonsina e le sue ochette, fa il bagno in mutande nel fiume e addobba il ciliegio per Natale.

Il ciliegio si chiama Felice ed è stato piantato per festeggiare la nascita di Felicità, figlia di Ottaviano e di sua moglie Linda, e mamma di Tonino. Da quel momento, il ciliegio è diventato un membro della famiglia, l’albero dei giochi della madre e poi del figlio. Nonno Ottaviano è così legato a Felice che lo ha salvato dall’ultima gelata invernale, vegliandolo tutta la notte accanto al fuoco.

Tonino, che di questa storia è il narratore, ricorda un’estate fantastica, la più bella della sua vita, trascorsa proprio  in campagna. Tutte le mattine il nonno gli preparava lo zabaione e poi… lo invitava ad ascoltare il respiro dell’albero.

                                                     SI COMINCIA…

Con la maestra Federica, la nostra insegnante di arte, abbiamo deciso di costruire il nostro “albero Felice”, che rappresenta non solo la natività ma anche la gioia di noi bambini di stare a scuola tutti insieme, la nostra voglia di libertà dopo tutte le limitazioni che la pandemia ci ha imposto.

Sotto l’albero, seduti sulla panchina, ci sono nonno Ottaviano e Tonino, a ricordo di tutti i nonni che questo brutto virus si è portato via.

Il pezzo di storia che leggerete di seguito, vi spiega come nonno Ottaviano ha insegnato al nipotino l’importanza di tutte quelle cose che si possono vedere… anche a occhi chiusi.

Il ciliegio era nell’angolo dell’orto tra la strada e il cortile, così che, grande com’era, si vedeva da ogni parte. Il nonno passava molte ore seduto sotto il ciliegio, con Alfonsina e le ochette accanto, e se ne stava a occhi chiusi, senza muovere nemmeno un dito. Una volta lo sorpresi così e gli domandai: “ Nonno, sei morto?”.

Allora lui socchiuse un occhio e mi fece cenno di andargli vicino.

“ Mettiti qui” mi disse, facendomi posto sulle sedia. Io mi sedetti e lui mi cinse le spalle con un braccio e con la mano mi coprì gli occhi.

“ E adesso dimmi che cosa vedi” mi sussurrò.

Io risposi che vedevo solo il buio e lui mi disse: “Ascolta”.

Allora ascoltai e sentii pigolare piano piano, poi un rumore tra le foglie.

“ È un nido di cince. La vedi la mamma che porta da mangiare ai suoi piccoli?”.

Vedere, non vedevo niente, ma sentivo un battito d’ali e poi tutto un cip-cip. Accipicchia come strillavano. (…)

“Capito? Se ascolti con attenzione e ti concentri, puoi vedere un mucchio di cose, come se avessi gli occhi aperti. E adesso ascolta il ciliegio che respira”.

Io chiusi di nuovo gli occhi e sentii un’aria leggera che mi passava sul viso e tutte le foglie del ciliegio che si muovevano piano piano.

“ È vero nonno, Felice respira!” dissi. Il nonno mi accarezzò la testa e continuò a stare immobile ancora un po’: io lo guardai e vidi che sorrideva.

ECCO GLI “INGREDIENTI” CHE ABBIAMO UTILIZZATO PER COSTRUIRE L’ALBERO

  • carta da pacco e vecchi giornali
  • cartone di scatole usate
  • tubi di cartone (interno di rotoli di carta già usati)
  • scotch di carta
  • colla vinilica e acqua
  • tempere per dipingerlo
  • rametti di edera

Per i pupazzi dei bambini:

  • stoffe varie
  • lana
  • bottoni
  • nastri
  • pennarelli

ORA VI RACCONTIAMO LE TAPPE DELLA SUA COSTRUZIONE…

All’inizio abbiamo assemblato, utilizzando il nastro carta, rotoli di cartone e carta di vario tipo in modo da ottenere un primo scheletro dell’albero.

Poi abbiamo aggiunto i rami e dato una bella spennellata di vinavil e gesso acrilico, così da rendere più solido il nostro albero.

Dopo ancora, abbiamo colorato di marrone tutto l’albero e sistemato ai suoi piedi la panchina per il nonno e Tonino.

Mentre l’albero prendeva forma, la nostra collaboratrice Elena cuciva per noi tutti i nostri omini. GRAZIE ELENA!

A questo punto, armati di tanta pazienza, li abbiamo riempiti di ovatta e infine, seguendo il nostro progetto disegnato in precedenza su un foglio, li abbiamo colorati.

Nel frattempo abbiamo aggiunto al nostro albero tanti rametti raccolti nel giardino della scuola e poi, finalmente abbiamo iniziato a sistemare sopra i nostri omini.

Ai piedi dell’albero, seduti sulla loro panchina, abbiamo messo nonno Ottaviano e Tonino. In cima all’albero abbiamo sistemato tutti i personaggi del presepe: Maria, Giuseppe, il piccolo Gesù, il bue e l’asinello.

Contemporaneamente alla realizzazione dell’albero, insieme alla maestra Giovanna, la nostra insegnante di italiano, abbiamo deciso di mettere in rima tutto il nostro lavoro…

L’ALBERO DEI BAMBINI

Quest’anno abbiam pensato

di fare un albero incantato,

non di palline, non di lustrini

ma pieno pieno di bambini.

A settembre siam tornati

tutti a scuola eccitati,

e tra le cose che ci piacciono fare

la lettura di nuove storie… ascoltare.

Tutto è iniziato proprio così,

con la maestra che legge ogni dì

la storia di un nonno e del suo nipotino

che passano ore tra l’orto e il giardino:

non a correre, non a giocare

ma il respiro di un albero, ad ascoltare.

Un albero, piantato in un’occasione speciale,

diventa un amico davvero eccezionale.

Felice è un ciliegio, che parla e respira,

e che Ottaviano e Tonino fuori casa attira.

Nonno e nipote vi si arrampicano su

perché ascoltare Felice è più bello da lassù!

Ma il tempo passa e per il nonno diventa un problema,

salire sopra l’albero, con il cuore che trema…

Così la panchina diventa la soluzione ideale

per  stare tutti insieme, anche a Natale!

Ma allora chi sono tutti quei bambini

che sui rami dell’albero sono seduti vicini?

I bambini siamo noi, dalla prima alla quinta,

alunni di una piccola scuola di provincia.

San Rocco si chiama il nostro paese:

venite a visitarlo… è pieno di sorprese!

Asia, Luca, Angela, Riccardo, Anna, Rocco, Sebastiano, Serena, Tommaso, Mirko, Chiara… gli alunni della pluriclasse terza e quarta della scuola primaria di San Rocco di Piegara