IL GIARDINO SEGRETO

IL GIARDINO SEGRETO: BETULLE, ABETI, CIPRESSI, ULIVI, QUERCE

IL GIARDINO SEGRETO

Era un’afosa giornata d’estate e il tempo scorreva lento, la vecchia scuola era silenziosa e stanca.

Micol, Erlis e Camilla  stavano passeggiando annoiati e accaldati lungo la recinzione del parco scolastico, alla ricerca di qualcosa da fare…

Micol, solitamente la più intraprendente dei tre, scorse nella rete un’apertura, giusto della loro misura.

Le brillarono gli occhi e gli amici capirono che cosa aveva in mente: entrare nel parco della scuola!

– Non faremo niente di male, entriamo, diamo un’occhiatina e usciamo subito!

Erlis e Camilla seguirono Micol un po’ titubanti e timorosi.

Appena entrati si accorsero che quello non era il giardino che conoscevano!

I tre bambini Micol, Erlis e Camilla, amici per la pelle, si trovarono davanti un viale costeggiato da alti cipressi che, al loro passaggio, piegavano le alte punte in avanti in segno di saluto e facevano cadere nell’aria migliaia di lucine che indicavano loro il percorso.

In un angolo del giardino i bambini videro una quercia maestosa, sui suoi rami migliaia di ghiande profumavano l’aria, la quercia era nascosta da ulivi rigogliosi, pieni zeppi di olive succose che gli alberi offrirono ai bambini, allungando i loro rami con movimenti gentili. I tre amici li osservavano a bocca aperta!

Immediatamente tutti capirono che la quercia era riconosciuta dagli alberi del parco come la loro guida saggia perché, guardando attentamente, la sua corteccia nodosa aveva le sembianze di grande e vecchio viso e una voce cavernosa uscì da un foro del grosso tronco per salutare i nuovi ospiti: “Ciao bambini, da dove venite? Come mai siete qui?”

I bambini spaventati dalla voce camminarono all’indietro e, ammutoliti, inciamparono Micol su un sasso: – Ahia che botta! – si lamentò, Erlis finì su un grosso fungo rosso a pallini bianchi e Camilla sulla radice di un ulivo che borbottò: “Ahi ahi, i miei calli, stai attenta, io sono vecchio sai, con i miei 999 anni!”.

Il fungo su cui era inciampato Erlis si ruppe e dall’interno uscì un liquido vischioso e  maleodorante che, con i suoi fumi, fece svenire tutti tre. I bambini caddero sull’erba vicino ad un bellissimo boschetto di giovani ed eleganti betulle con al centro un vecchio abete solitario. Il liquido penetrò nel terreno e venne risucchiato dalle radici degli alberi che non vedevano l’ora di bere.

In un baleno gli alberi divennero, a partire dalle radici, poi sul tronco ed infine nella chioma di uno strano colore bianco e rosso come il fungo da cui era uscito il liquido. Manifestarono la loro sofferenza emettendo un sibilo straziante.

In quel momento una leggera brezza si alzò e, passando in mezzo ai rami, portò via il veleno e tutti gli alberi ritornarono del loro colore.

Le betulle felici salutarono il dolce vento ristoratore, anche l’abete finalmente si sentì più fresco, lui che era abituato alla frescura della montagna e soffriva molto l’afa di quella calda estate! Purtroppo la brezza si trasformò subito in vento sempre più impetuoso. Le betulle urlavano terrorizzate sbattute dal vento forte, mentre l’abete cercava di tranquillizzarle: “ Abbracciatevi amiche per sostenervi, vedrete che il vento passerà…”

Invece il vento iniziò a girare intorno all’abete creando un turbine di foglie di mille sfumature che presero la forma di un  uccello grandissimo, simile ad un falco, che volò sopra i tre bambini addormentati. Vennero coperti dall’ombra dell’uccello che si chinò sopra di loro, come se volesse proteggerli.  Nel becco teneva un lungo bastone.

Dopo aver volato su di loro, si diresse verso la grande quercia e in quell’istante le foglie da cui era composto l’uccello cominciarono a vorticare intorno e si sentì un suono bellissimo come di mille campanelle.

Il bastone magicamente si andò a congiungere con il tronco dell’albero e a quel punto il vento cessò immediatamente,  intorno tutto fu immobile e silenzioso, i tre amici sentirono una grande pace e iniziarono a riprendere i sensi e a muoversi.

La prima ad aprire gli occhi fu Camilla…sbattè le palpebre e si stiracchiò, ma si accorse di essere nel suo morbido letto, ma come? Ma allora era un sogno? Si alzò e andò pigramente verso la finestra e guardò fuori…incredibile….!

Camilla esclamò: “Ma questo è il giardino segreto!!!” Gli amici alberi erano tutti lì davanti ai suoi occhi che si riempirono di lacrime per l’emozione.

Il sogno era impresso ancora nella loro memoria: avevano sognato davvero?

Era stato così reale che Camilla non riusciva a toglierselo dalla mente, così andò a chiamare Erlis e Micol con la precisa intenzione di andare al parco della scuola.

Camminarono lungo la recinzione, stavolta per davvero e… Videro realmente un’apertura, ci si infilarono dentro…

Il giardino segreto del sogno era lì davanti ai loro occhi!

– Ahi! – esclamò Erlis dopo il pizzicotto che le aveva dato Micol per provare che fossero svegli!

– Questo non è un sogno!- dissero all’unisono!

Passarono sotto a un tunnel di ulivi e spuntarono di fronte a delle splendide betulle dalla corteccia bianca e a delle querce con foglie multicolore. C’erano anche cipressi che sembravano delle lunghe e fini piume e abeti rossi giganteschi.

Micol si avvicinò a un ulivo che profumava di fragole e quando il suo naso toccò le foglie, sentì:

– Chi sei? Da dove sei arrivata?

– Sono arrivata dalla strada vicino al giardino – disse Micol sconvolta e sorpresa.

– Allora voi siete i bambini che ci ha portato il destino!

Subito tra gli alberi si sparse la voce che finalmente era arrivato qualcuno che poteva salvare il giardino segreto.

Una betulla timida iniziò a raccontare:

– Il nostro giardino è in pericolo, perché Zack Ghengar il taglialegna che vive in una casa spettrale nel Bosco Agghiacciante vuole tagliare tutti gli alberi del nostro meraviglioso giardino per costruirsi un’ascia magica e distruggere il nostro mondo.

Camilla disse: – Oh nooo, dobbiamo fare qualcosa per salvarvi!!

Erlis aggiunse: – Ma come faremo a salvarvi?

Il cipresso con una voce profonda e rauca gli rispose:

– Andate a parlare con la grande quercia saggia: chiamate Eleonora, lei vi dirà cosa fare!

In coro i tre bambini chiamarono: -Eleonoraaaa!  Aiutaci a salvare il giardino: dacci un consiglio!

Una voce dolce ma rimbombante arrivò da dietro a un cespuglio: – Venite vicino a me!

I bambini si avvicinarono e videro nascosta tra i cespugli una piccolissima quercia che aveva le foglie dorate e il tronco, i rami  e le radici d’argento, qua e là si vedevano scintillanti ghiande di diamante. Appena le arrivarono accanto la quercia iniziò a crescere, diventando sempre più grande, così grande che i bambini quasi si spaventarono, fino a che la quercia illuminò i loro visi di luce arcobaleno, che riflettevano i diamanti.

– Dovete andare fino al confine del Bosco Agghiacciante dove troverete una porta che dovrete chiudere con tre chiavi: solo così Zack Ghengar rimarrà chiuso per sempre nel Bosco Agghiacciante.

– Dove troveremo le tre chiavi? – chiese Erlis, che era sempre il più pratico fra i tre amici.

– Ogni chiave  è protetta dagli elementi del giardino: un muro di sassi, un burrone e una cascata. Vi serviranno coraggio e  fiducia per conquistare le chiavi!

Ora andate: il giardino vi darà il suo aiuto.- E la quercia saggia, ritornò ad essere piccola e quasi invisibile.

I bambini si incamminarono nel bosco e improvvisamente si trovarono davanti a un muro altissimo… ma dov’era la chiave?

Micol vide che la chiave era appesa all’edera arrampicata nella parte più alta del muro, troppo alta per essere presa.

Alle parole di Camilla “Ma adesso come facciamo???”, arrivarono dei coniglietti pelosissimi e blu che portavano una corda magica.

I bambini provarono a lanciare la corda, ma non riuscivano a tirarla fino alla sommità del muro, perciò in loro aiuto arrivarono dei ragni rosa con i puntini bianchi che sembrava si muovessero al ritmo della canzone “La pantera rosa”. Si arrampicarono sul muro portando su la corda, così i bambini riuscirono a prendere la chiave color smeraldo e a superare il muro.

Felici di aver conquistato la prima chiave, proseguirono il loro cammino.

Si trovarono di fronte a un burrone insuperabile e profondissimo e proprio al di là di un ponte distrutto, c’era la  seconda chiave.

– E adesso come faremo??

Il giardino mandò un unicorno che cosparse su di loro una polvere magica che li fece volare; così acchiapparono anche la seconda chiave ricoperta di lapislazzuli.

Poco dopo i tre bambini incontrarono una cascata che si gettava in un laghetto turchese e cristallino.

In fondo al lago si poteva scorgere la terza chiave dentro a una conchiglia.

Provarono ad immergersi, ma la conchiglia era troppo profonda.

In loro aiuto giunsero una tartaruga marina, un cavalluccio e un delfino che li accompagnarono a prendere la terza chiave di rubino, divisa in tre parti , una per ogni bambino.  Usando i tre pezzi, costruirono la chiave che si ingigantì e da essa uscì un drago rosso e arancione: – Saltate su, vi accompagnerò al confine del Bosco Agghiacciante per chiudere la porta. Roarrrr!

La porta era aperta e videro Zack Ghengar che correva velocissimo verso di loro per impedirgli di usare le chiavi, ma Camilla, Erlis e Micol riuscirono a chiudere la porta prima che lui arrivasse. Usarono le chiavi e immediatamente arrivò un forte vortice di vento che li trasportò di nuovo nel punto in cui erano entrati.

Tutti gli alberi del giardino li abbracciarono e li ringraziarono.

Dopo essersi salutati i tre bambini tornarono alle loro vite… ma ogni tanto, quando sentivano la nostalgia dei loro amici alberi, passavano davanti al giardino e andavano a vivere un’altra avventura.

 

 IL GIARDINO SEGRETO presentazione