METAMORFOSI

C’era una volta una vecchia tazzina da caffè, rotta e scolorita, dimenticata sul fondo della credenza di una nonna. La tazzina si sentiva sola e inutile perché era l’ultima rimasta del servizio originario e da tempo non veniva più utilizzata. La nonna l’aveva conservata perché pensava che un giorno avrebbe trovato il tempo di ripararla, ma fra una cosa e l’altra si era scordata di lei ed aveva anche smarrito il manico da riattaccarle.

Un giorno, però, la nipote chiese alla nonna se aveva delle tazzine rotte o che non usava più per un lavoretto di scuola. Assunta, la nonna, andò a frugare nella credenza e trovò la vecchia tazzina. La guardò con affetto, in quanto le ricordava momenti sereni del passato, quindi la porse alla nipote, che la prese delicatamente tra le mani. La tazzina sentì un piacevole calore attorno a sé e sperò di essere finalmente utile.

Il giorno dopo, a scuola, anche i compagni della nipote avevano portato numerose tazzine, alcune assieme ai propri piattini, che erano state rinvenute in vecchi mobili, scantinati e soffitte. Gli alunni le osservarono con attenzione: ce n’erano di vari colori, a tinta unita oppure con decorazioni floreali; alcune avevano impressi motivi geometrici, altre disegni natalizi; qualcuna era crepata, qualcun’altra era stata riparata con la colla oppure era senza qualche pezzetto. Eppure, nell’insieme, conservavano ancora tutta la loro bellezza, che forse stava proprio nel loro essere così diverse.

Gli studenti decisero così di mettere insieme tutte le tazzine recuperate e di creare un grande albero di Natale. Presero un pannello di legno ed iniziarono ad attaccare piattini, tazzine ed anche pezzi rotti, cercando di rendere l’insieme armonioso. Ben presto si resero conto che, benché tanto diversi tra loro, gli elementi dell’albero stavano davvero bene insieme. Inoltre, tutte quelle tazzine abbandonate che non servivano più a nulla, ora avevano trovato un nuovo uso, forse più bello di quello che avevano avuto un tempo.

La tazzina della nonna aveva compiuto una vera e propria METAMORFOSI: non era più un vecchio cimelio dimenticato, ma una parte importante di un’opera davvero speciale! 

Anche noi formiamo un meraviglioso insieme, proprio grazie al nostro essere così diversi e particolari, sia nell’aspetto che nel carattere. Se fossimo tutti uguali, sarebbe di certo più noioso.

Inoltre, anche “ammaccato”, con “crepe” o difetti, ogni essere umano conserva inalterata la sua straordinaria bellezza e non deve temere di essere inutile.

Nessuna metamorfosi è impossibile!

Questo vuole essere il nostro augurio per il prossimo Natale!

Scuola Secondaria di Primo grado di Erbezzo (I.C. Bosco Chiesanuova, Verona)

METAMORFOSI (Scuola Secondaria di Primo grado di Erbezzo, Verona)